articolo Cucina
Sana alimentazione è sinonimo di agricoltura biologica freccevenerdì 8 novembre 2013 


Avete mai fatto attenzione agli alimenti che mangiate? Vi siete mai soffermati a considerare sapori, aromi, freschezza e consistenza di carne, uova, latte, formaggi, frutta e verdura? Avete mai pensato di chiedere a delle persone anziane se i cibi che mangiano oggi sono gli stessi di cui si nutrivano trenta-quaranta anni fa e se hanno mantenuto le stesse caratteristiche di genuinità?

Prima di porvi e di porre le suddette domande, è bene sapere che una sessantina di anni or sono la maniera di coltivare la terra per produrre il cibo da estensiva (basata cioè sulla vastità dei terreni messi a coltura) si tramutò in intensiva; un nuovo modo fondato sullo sfruttamento del terreno al massimo delle sue potenzialità e del suo rendimento, sia in termini di spazio che di coltivazione, completamente dipendente dall’uso di pesticidi, concimi ed erbicidi chimici. Queste sostanze sono divenute, nel tempo, indispensabili per produrre quantità sempre maggiori di alimenti, ma spesso di scarsa qualità; e considerato che dalla quantità, ma soprattutto dalla qualità dei cibi che mangiamo dipendono la nostra salute ed il nostro benessere, oggi alcuni agricoltori stanno tornando a coltivare la terra in maniera naturale, cercando di valorizzare al massimo la capacità produttiva del suolo e delle piante senza impoverire eccessivamente il terreno stesso e senza fare uso di prodotti chimici in nessuna fase del ciclo produttivo.

Oggi sana alimentazione e sinonimo di agricoltura biologica. La terra – ne sono a conoscenza anche i bambini – è importante per le piante; quest’ultime nel substrato affondano le proprie radici, ottenendo sostegno, acqua e sostanze nutritive che occorrono loro per vivere e produrre i propri frutti. L’agricoltore biologico, consapevole di tutto ciò, cerca di mantenere e migliorare la fertilità del suolo. Ovviamente egli non utilizza concimi chimici perché inquinano, ma cerca di trasformare tutto ciò che è considerato scarto (letame e residui vegetali) in fertilizzante. Un buon agricoltore biologico cerca inoltre di evitare che le piante siano attaccate dai parassiti, ed in tale compito si fa aiutare dalla natura stessa ripristinando e mantenendo gli ambienti naturali utili all’equilibrio ecologico come ad esempio le siepi, i fossi, lo stagno, e i boschetti; ambienti naturali in cui vivono insetti ed uccelli utili a contenere i diversi parassiti che possono danneggiare le coltivazioni.

All’interno di un’azienda agricola altro elemento importante per la prevenzione dalle malattie e dagli attacchi dei parassiti è la diversità delle colture; per tale motivo è fondamentale che le colture si alternino nel tempo e nello spazio, seguendo un piano di rotazione pluriennale. In alcuni casi si ricorre alla consociazione delle colture, piantando coltivazioni diverse nello stesso campo. Se poi le piante si ammalano o se c’è un attacco di insetti, l’agricoltore biologico può avvalersi di insetticidi e funghicidi naturali, a base di vegetali e minerali, come ad esempio il piretro e lo zolfo. Nelle serre si può ricorrere alla lotta biologica, che si avvale della competizione esistente in natura tra parassiti delle piante ed organismi predatori di quest’ultimi. Per difendere le colture l’agricoltore biologico può – infine – far ricorso anche alla pacciamatura, che consiste nel coprire il terreno con residui vegetali come ad esempio la paglia, in modo da impedire la crescita di piante infestanti e lo sviluppo di malattie; la pacciamatura è, nel contempo, utile per mantenere l’umidità del terreno.


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Prima di porvi e di porre le suddette domande, è bene sapere che una sessantina di anni or sono la maniera di coltivare la terra per produrre il cibo da estensiva (basata cioè sulla vastità dei terreni messi a coltura) si tramutò in intensiva; un nuovo modo fondato sullo sfruttamento del terreno al massimo delle sue potenzialità e del suo rendimento, sia in termini di spazio che di coltivazione, completamente dipendente dall’uso di pesticidi, concimi ed erbicidi chimici. Queste sostanze sono divenute, nel tempo, indispensabili per produrre quantità sempre maggiori di alimenti, ma spesso di scarsa qualità; e considerato che dalla quantità, ma soprattutto dalla qualità dei cibi che mangiamo dipendono la nostra salute ed il nostro benessere, oggi alcuni agricoltori stanno tornando a coltivare la terra in maniera naturale, cercando di valorizzare al massimo la capacità produttiva del suolo e delle piante senza impoverire eccessivamente il terreno stesso e senza fare uso di prodotti chimici in nessuna fase del ciclo produttivo.

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